La Cura Verde è un progetto di orticoltura sociale realizzato da Progress per i ragazzi del Carcere Minorile di Firenze ed avviato nell’Ottobre 2018.
Come nasce La Cura Verde
L’idea del progetto La cura Verde nasce nel corso del 2018, durante il laboratorio Arte e Natura, condotto da Franca Frigenti nel Carcere minorile di Firenze; le attività realizzate quest’anno hanno stimolato una nuova riflessione sui temi dell’ecologia, dell’ambiente e della sostenibilità che ha portato ad ampliare il programma artistico prendendo in considerazione l’area verde esistente all’interno dell’Istituto Penale per Minorile.
Pur essendo di ridotte dimensione, quest’area offre l’opportunità di svolgere attività di manutenzione e cura delle piante presenti, facendo gioco di squadra ed avendo chiari i ruoli di ogni partecipante, responsabilizzando chi lavora e coinvolgendo tutti nello scopo finale del laboratorio.
Un progetto incentrato sulla Volontà di FARE
Il FARE è un elemento che caratterizza il lavoro nell’orto o nel giardino, e ciò è importante perché nessuno può essere obbligato a piantare, annaffiare, potare, senza che la decisione di agire venga dalla persona stessa. Ciò significa che la volontà di fare pone la persona in un ruolo volutamente attivo: occuparsi di una pianta è un ribaltamento della condizione generale vissuta dai giovani detenuti.
Da questa analisi nasce la proposta di realizzazione di un piccolo orto urbano e di manutenzione del verde esistente, all’interno delle strutture dell’Istituto.
Le attività del progetto
Il progetto è finalizzato alla creazione di un orto con valenze estetiche, con specie di stagione, ma che possa poi essere a regime tutto l’anno ruotando le essenze vegetali. Partendo dal dissodamento del terreno e dalla sua correzione con ammendanti naturali, si procede alla semina ed al trapianto delle piantine e alla cotruzione di una compostiera per il riutilizzo delle derrate alimentari non consumate e dei residui di coltivazione, sfalci d’erba e potature.
Le varie specie orticole verranno poste a dimora in maniera “creativa”, come fossero piante ornamentali, accostandole per colore, portamento, volumi, seguendo l’estro dei ragazzi.
I ragazzi dell’Istituto sono guidati nei lavori dagli agronomi Domenico Pelini e Fabio Olmastroni.